MULTITASKING, UNA UTOPIA DA …. EVITARE! (SECONDA PARTE)

Buona sera Cari Travellers!

La Dott.ssa Polira, studiosa degli insegnamenti del Dott. Poldrack sul MULTITASKING, ci invita a seguire la seguente regola : “Non parlate ad un amico quando leggerete questo articolo: il MULTITASKING influisce negativamente sul sistema del cervello utilizzato per imparare”. 

WOW! Una partenza di tappa con il turbo! Qualche (lecito) dubbio?

A nome di tutti e con il benestare di Eugenix direi di accettare con curiosità questa nuova regola dandoci anche il permesso di essere curiosi nel capire da dove essa trae il suo fondamento scientifico e che conseguenze vi sono nella nostra vita di tutti i giorni.

Dopo aver analizzato nel precedente articolo l’evoluzione terminologica della parola MULTITASKING (ed i relativi contesti) ed accennato agli studi del Dott. Stroop (1935) riprendiamo la nostra definizione moderna di MULTITASKING:

è lo sforzo compiuto dalle persone per fare nello stesso tempo quante più cose possibili (due o più cose), il più velocemente possibile ed in rapida successione, saltando da un compito ad un altro, utilizzando quanti più strumenti tecnologici possibili massimizzandone la loro efficienza ed efficacia”.

Legando questa definizione con la curiosità sulla nostra nuova regola ci chiediamo: quando siamo MULTITASKER ….

  1. …. cosa succede di diverso nel cervello encefalico?
  2. …. come viene influenzata la capacità di apprendere?
  3. …. viene intaccata la produttività?
  4. …. in che modo si colloca il fenomeno “stress”?
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PRIMO PUNTO – COSA SUCCEDE DI DIVERSO NEL CERVELLO ENCEFALICO?

Usando la Risonanza Magnetica Funzionale (RMF) allo scopo di studiare l’attività neuronale del cervello encefalico il Dott. Poldrack (ex UCLA ed oggi Stanford) ha provato che le zone del cervello che sono attivate nel caso in cui si tenta di imparare qualcosa di nuovo durante lo svolgimento di una sola attività (scenario MONOTASKING) sono diverse rispetto a quelle in cui si tenta di imparare qualche cosa di nuovo quando si opera in modalità di MULTITASKING.

Intervengono quindi due processi fisiologicamente diversi. Brevemente:

  • SCENARIO MONOTASKING: viene coinvolto l’ippocampo che svolge un ruolo fondamentale per sviluppare e mantenere la memoria a lungo termine;
  • SCENARIO MULTITASKING: l’ippocampo rimane silente e viene attivato lo striato (o nervo caudale) che ha la funzione di facilitare di imparare cose nuove legata alla motricità.

SECONDO PUNTO – COME VIENE INFLUENZATA LA CAPACITA’ DI APPRENDERE?

Quanto sopra ha portato il Dott. Poldrack ad affermare che nel momento in cui si è impegnanti ad imparare una nozione che deve permanere come conoscenza durevole nel tempo, ma contemporaneamente si stà effettuando un’altra attività o si è distratti da qualcosa o da qualcuno, la capacità di apprendimento diminuisce in quanto entra in gioco il nervo caudale deputato a svolgere altre funzioni.

Quindi si può affermare che il MULTITASKING cambia la modalità fisiologica con la quale le persone apprendono.

Nella prossima fase di questa tappa affronteremo la relazione tra MULTITASKING e gli altri elementi indicati, ma in attesa di ciò ….

LO SAPEVATE CHE ….

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 …. i pazienti malati del morbo di Parkinson hanno problemi ad imparare delle nuove competenze motorie, ma non hanno difficoltà nel ricordare gli eventi passati in quanto ciò che la malattia ha intaccato è il funzionamento del nervo caudale?

symbol-60  …. che l’ippocampo è una delle prime aree che vengono danneggiate nei pazienti malati del morbo di Alzaimehr i quali tra i primi sintomi della malattia presentano anche il deficit di memoria?
symbol-60 …. che l’ippocampo prende questo nome in quanto i primi anatomisti furono ispirati dal fatto che la sua forma richiama quella di un cavalluccio marino?

 

Nota: i disegni sono realizzati da Lorenzo Perin – Artista ed Illustratore
www.behance.net/LorenzoPlorenzo.perin@live.it

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Alessandro Parrinello

Coach & Trainer specializzato in Stress Lavoro Correlato e Life Balance
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